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mercoledì 11 febbraio 2009

Corte dei conti: e' allarme truffe



ROMA - Cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario presso la Corte dei Conti alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di altre autorita', istituzioni e politici. Il pg della Corte dei Conti Furio Pasqualucci traccia il quadro della mala amministrazione e degli sperperi.



Truffe nei settori della spesa farmaceutica-sanitaria, dei rifiuti, e dei contributi comunitari; opere edilizie incompiute e uso sconsiderato dei prodotti finanziari derivati; danno all'immagine causato alla Pubblica amministrazione dai dipendenti pubblici che hanno intascato 'mazzette'; consulenze indebite. E' il quadro della mala-amministrazione e degli sperperi che emerge dalla relazione del pg della Corte dei Conti Furio Pasqualucci e che, nel 2008, si è tradotto in atti di citazione in giudizio per un totale di circa 1 miliardo e 700mila euro di danni e in 561 sentenze di condanna in primo grado.

Tra i casi più eclatanti segnalati dal pg, l'emergenza rifiuti in Campania che nel 2008 ha portato alle prime condanne da parte della magistratura contabile regionale per un totale di 650mila euro, ma restano da definire altri due giudizi per un totale di 45milioni di euro di danni, mentre altre istruttorie sono state aperte. La procura regionale del Lazio ha invece contestato a dieci concessionari del servizio new slot' (le slot machine collegate in rete) una cifra da capogiro di 70 miliardi di euro di danno erariale (una somma "enorme, pari a diversi punti di Pil", ammette Pasqualucci, ma in relazione alla quale il giudizio è sospeso in attesa di una decisione della Cassazione per regolamento di competenza). Gli onori delle cronache al caso Calciopoli sono andati non solo per processo penale ma anche per quello attivato dalla Corte dei Conti: la procura regionale del Lazio ha emesso due atti di citazione, il primo nei confronti di nove persone tra dirigenti, arbitri, assistenti di gara e due giornalisti Rai ai quali si richiede di risarcire 240milioni di euro, mentre il secondo per contestare ad altre nove persone un milione di euro per danni all'immagine e da disservizio.

E ancora: sempre per danno all'immagine , stavolta del sistema sanitario, la procura della Corte dei Conti della Lombardia ha chiesto risarcimenti per oltre 8milioni di euro alle 14 persone coinvolte nell'inchiesta sulla cosiddetta clinica degli orrori di Milano per interventi ritenuti inutili e dannosi sui malati solo per ottenere rimborsi dallo Stato. Notevoli anche le condanne (77) nel 2008 per danni erariali causati da attività contrattuale, per esempio appalti per la costruzione di strade, scuole o carceri che, a causa di tangenti o sovrafatturrazioni, sono stati eseguiti tardi e male, oppure mai realizzati: le citazioni in giudizio per questo tipo di danno , sempre nel 2008, sono per un totale di 831milioni di euro. Atti di citazione per circa 79milioni di euro sono invece stati emessi per frodi comunitarie, in particolare per lo sforamento delle quote latte, mentre il ricorso ai derivatì ha causato citazioni per quasi 46mila euro. Consulenze esterne ed incarichi 'illeciti' sono state alla base di 96 condanne in primo grado e di oltre 20milioni di euro di danni contestati nelle citazioni a giudizio.

NON UN PAESE DI CORRUTTORI MA TRA I PEGGIORI
- Parlare dell'Italia come un Paese di corruttori e corrotti "é esagerato". Ma l'Italia è tra i Paesi peggiori nelle classifiche ufficiali relativamente a questo fenomeno, ha detto il presidente della Corte dei Conti, Tullio Lazzaro. La ricetta è il controllo costante: "La corruzione - spiega - ha bisogno di zone d'ombra. Quando c'é luce la corruzione è molto più difficile". Lazzaro poi fa un riferimento preciso a tangentopoli: "Quando iniziò il fenomeno una voce autorevole, quella del ragioniere generale dello Stato, rilevò che fenomeni di corruzione si erano verificati tutti in Enti che non erano sottoposti al controllo della Corte". Quindi "un maggior controllo fa diminuire il ricorso al codice penale". Sempre sul fenomeno della corruzione Lazzaro spiega che molte sono le iniziative della magistratura contabile: "Ieri abbiamo firmato una convenzione con il ministro per la Funzione pubblica Renato Brunetta per lo scambio continuo di dati e notizie. E proprio stamattina c'é a Vienna una riunione sotto l'egida dell'Onu per studiare come fare meglio".

ALLO STATO 34MLN IN 4 ANNI CON CONDANNE - Le condanne della Corte dei Conti hanno fatto incassare allo Stato, tra il 2004 e il 2008, circa 34 milioni di euro a fronte di quasi 220 milioni accertati. Un incasso che - rende noto il presidente della magistratura contabile, Tullio Lazzaro - in pochi anni è più che triplicato. "L'importo - spiega - va a 350 milioni di euro includendo le condanne pronunciate a favore degli enti diversi dallo Stato (come ad esempio Comuni e Regioni, ndr) nel periodo 2004-2007".

TRASPARENZA NELLA P.A. - E "necessaria la massima trasparenza in ogni agire della Pubblica amministrazione", altrimenti la sfiducia che ciò comporta può costituire "un rischio mortale per la vita stessa della democrazia". E' il monito del presidente della Corte dei Conti, Tullio Lazzaro. Nel caso in cui manca la trasparenza, infatti, "il cittadino percepisce la funzione pubblica come qualcosa di estraneo, di diverso da sé e dal proprio mondo".

Sulle consulenze della Pubblica Amministrazione è calata "una cappa di silenzio". A lanciare l'allarme è il pg della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, che definisce "istruzioni discutibili" quelle contenute nella circolare del gennaio 2008 con la quale il ministro della Funzione Pubblica del precedente governo limitava la pubblicazione delle retribuzioni dei consulenti nominati da enti pubblici solo agli incarichi il cui compenso supera i 289.984 euro, ovvero lo stipendio annuo del primo presidente della Corte di Cassazione. Questa equiparazione - afferma il pg della magistratura contabile nella sua relazione in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario - "ha avuto l'effetto, nella prassi applicativa posta in essere da quasi tutte le Amministrazioni, di far calare una cappa di silenzio su dati che, secondo la legge, avrebbero dovuto essere comunicati al pubblico". Il pg, inoltre, tra i casi di limitazione dell'attività di verifica della magistratura contabile, indica anche la norma con la quale si è esclusa la responsabilità di amministratori, componenti del collegio sindacale e dirigenti preposti alla redazione di documenti contabili di Alitalia e società controllate per fatti successivi al 18 luglio 2007, giorno in cui fallì la gara avviata dal precedente governo.


FEDERALISMO
- La Corte dei Conti "é tenuta, e sempre più lo sarà in seguito a una continua e attenta attività di monitoraggio per l'attuazione del Federalismo fiscale". Lo ha detto il presidente della magistratura contabile, Tullio Lazzaro, durante l'inaugurazione dell'Anno giudiziario 2009. Lazzaro ha ricordato che le linee iniziali del Federalismo sono stato già approvate dal Senato e "dallo stesso dibattito parlamentare è emerso con chiarezza come sia indispensabile, al riguardo, la piena conoscenza dei dati finanziari da parte del Parlamento: è ovvio poi che il Parlamento debba basare le proprie decisioni su dati certi ed obiettivi e la garanzia di ciò, allo stesso Parlamento e ai cittadini, deve essere data dalla Corte attraverso l'esercizio delle sue funzioni e la cui indipendenza è tutelata dalla Costituzione".

CONGIUNTURA NEGATIVA, RIDURRE SPESA
- "In periodi come l'attuale di congiuntura economica negativa - aggiunge Tullio Lazzaro - occorre ridurre la spesa complessiva di funzionamento a beneficio di quella di investimento". "Analisi effettuate in più occasioni dalla corte - spiega infatti - mostrano che tagli lineari di bilancio possono generare, attraverso il ricorso al riconoscimento di debito o altro, rimbalzi negli anni successivi con conseguente violazione dei principi di bilancio e formazione di debito sommerso. Forse potrebbe dare migliori risultati un esame attento, voce per voce, dei singoli bilanci e delle realtà gestionali sottostanti per identificare le spese suscettibili di essere ridotte o tagliate senza eccessiva penalizzazione per la funzionalità dell'amministrazione".

PG, ARGINARE RICORSO SCONSIDERATO A DERIVATI
- Occorre "arginare il ricorso sconsiderato" ai prodotti finanziari derivati, cosa che costituisce " un fenomeno generalizzato su base nazionale"; e questo nonostante i diversi interventi legislativi con i quali si è cercato di limitare il fenomeno. L'altolà è del pg della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario della magistratura contabile. Il pg evidenzia come i numerosi interventi del legislatore "non hanno però impedito, su base locale, l'emersione di politiche speculative determinate dall'intento di ottenere immediati vantaggi in termini di liquidità con pregiudizio degli equilibri futuri". Sempre Pasqualucci segnala comunque l'iniziativa ispettiva intrapresa dalla Ragioneria dello Stato e l'indagine della Commissione Finanze del Senato. Comunque "si appalesa necessaria che il ministero dell'Economia proceda con urgenza all'emanazione del decreto legislativo attuativo della direttiva Mifid al fine di dare certezza sia in ordine ai requisiti oggettivi sia soggettivi con particolare riguardo all'individuazione della qualifica di operatore qualificato". Alcuni "profili di criticità" sono stati segnalati nella Regione Lazio e si è conclusa l'istruttoria per "un grave danno patrimoniale a danno di Poste Italiane" che ha portato al un atto di citazione nei confronti di tre presunti responsabili di Poste per un danno finanziario di quesi 77mila euro. C'é anche il caso di un Comune , non meglio specificato dal pg Paqualucci, che avrebbe sottoscritto un'operazione per 4milioni e 200milia euro trasformando i mutui a tasso fisso in debiti a tasso variabile, vedendo così crescere le proprie spese.

RISCOSSIONE VA MEGLIO MA INSUFFICIENTE - La riscossione dei tributi passata sotto il controllo della Agenzia delle Entrate (Equitalia spa) va meglio ma i risultati sono "ancora insoddisfacenti rispetto ai carichi non riscossi e richiedono ulteriori approfondimenti e d indagini per verificare la correttezza delle procedure ed eventuali irregolarità". Ad osservarlo è il pg della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, nel suo riscorso in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario della magistratura contabile. "Il nuovo sistema indubbiamente ha comportato significativi incrementi di partite riscosse ed economie di gestione (minori costi) rispetto al passato: dal 4,35% dell'anno 2005 di percentuali di riscossioni sul carico netto affidato, a circa l'8% del riscosso sul carico netto del 2008.

ANSA - 2009-02-11 18:37

Il testamento biologico oggi si fa su YouTube

Sull'onda dell'emozione suscitata dal caso di Eluana Englaro, stanno spuntando come funghi su YouTube centinaia di testamenti biologici "fai da te".

"Io xxx nato a xxx il xxxx, nella pienezza delle mie facoltà fisiche e mentali, dispongo quanto segue. In caso di malattia allo stato terminale, o lesione traumatica celebrale invalidante e irreversibile, o qualsiasi altra eventualità per cui io rimanga in condizioni di incoscienza, impossibilitato a comunicare, e mantenuto in vita attraverso l'utilizzo di macchine artificiali, chiedo di non essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico o di sostegno, né ad idratazione o alimentazione forzata artificiale in caso di impossibilità ad alimentarmi autonomamente."

La formula che ciascuno sceglie è differente, non ce n'è una standard, ma pressapoco si assomigliano tutte. E' dubbio se tali filmati abbiano valore legale, ma vogliono essere una sorta di "assicurazione": qualora ci si trovasse per un malaugurato caso in una situazione simile a quella di Eluana, almeno ci sarà un filmato (da mandare in televisone, da far circolare su Internet) che testimonierà la volontà dell'individuo di non essere sottoposto a cure inutili.

Alcuni esempi sono visibili qui, qui, qui, qui, qui e qui, oppure cercando su YouTube "testamento biologico".

Articolo Estratto da [ZEUS News - www.zeusnews.com - 11-02-2009]


M'illumino di meno, la giornata del risparmio energetico

Il gesto simbolico di spegnere luci e dispositivi elettrici non indispensabili sarà l'esempio per consumare meno energia.

[ZEUS News - www.zeusnews.com - 11-02-2009]

caterpillar

Non solo privati cittadini ma anche aziende e istituzioni pubbliche parteciperanno venerdì 13 febbraio alla quinta edizione di M'illumino di meno, una giornata di mobilitazione internazionale per il risparmio energetico.

L'iniziativa, che come già l'anno scorso ha il patrocinio del Parlamento europeo, è organizzata da Caterpillar, programma radiofonico di Radio2: i conduttori Cirri e Solibello, come riportato sul sito dell'iniziativa, inviteranno chiunque vorrà aderire a "dimostrare che esiste un enorme, gratuito e sotto utilizzato giacimento di energia pulita: il risparmio."

Si può partecipare compiendo un gesto simbolico, spegnere alle ore 18 tutte le luci e i dispositivi elettrici non indispensabili. Come simbolica è anche la data dell'iniziativa, organizzata ormai per cinque anni consecutivi in prossimità dell'anniversario dell'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto (16 febbraio 2005).

Più nel concreto vengono consigliate delle buone abitudini di risparmio energetico. Dalle più note, ma di cui a volte ci dimentichiamo, come spegnere le luci che non servono. Ad altre a cui magari potremmo proprio non pensare, come spegnere del tutto gli apparecchi elettronici invece di lasciarli in stand by o non usare una fiamma più ampia della pentola che si vuole scaldare. Anche sbrinare frequentemente il frigorifero e non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni contribuisce al risparmio energetico. Buone abitudini chiaramente da mettere in pratica non solo nella giornata della manifestazione, ma il più possibile.

Alle edizioni precedenti ha aderito un numero sempre crescente di partecipanti. Non solo privati cittadini, ma anche aziende (che hanno così ridotto le spese e aumentato i propri profitti) e istituzioni pubbliche: per l'edizione 2007 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano comunicò alla redazione del programma che avrebbe fatto spegnere alcune luci del palazzo del Quirinale.

Numerosi sono i comuni che hanno aderito spegnendo simbolicamente l'illuminazione di piazze principali e di monumenti (tra cui il Colosseo e il Pantheon a Roma; il Duomo e piazza della Scala a Milano, l'Arena a Verona; la Basilica di Superga a Torino; il Maschio Angioino a Napoli e molti. molti altri). Non solo comuni italiani ma anche esteri (come Parigi, Londra, Vienna, Atene, Barcellona, Dublino, Edimburgo, Sofia, Palma de Mallorca, Lubiana) grazie anche a un passaparola tra comuni gemellati.

Durante l'edizione dell'anno scorso, il 15 febbraio 2008 alle ore 18 vi fu, secondo Terna (la società responsabile della trasmissione di energia elettrica in Italia), "una riduzione istantanea del fabbisogno di energia elettrica dell'ordine di 400 Megawatt equivalente al consumo di circa 7 milioni di lampadine".

Anche quest'anno le adesioni saranno numerose. I modi per partecipare sono molti, e anzi l'iniziativa vuole essere uno stimolo a fare attenzione e a pensare modi per risparmiare energia.

Ci sono ad esempio coppie che hanno deciso di anticipare i festeggiamenti di San Valentino con una romantica cena a lume di candela. Ma anche chi si è accorto che spegnere l'automobile quando si è fermi aiuta a diminuire il consumo energetico e l'emissione di sostanze inquinanti. E chi ha cambiato le tradizionali lampadine a incandescenza con quelle a fluorescenza.

E tu quali metodi di risparmio energetico utilizzi? Scrivi un commento qui sotto. E dopo, mi raccomando, non lasciare il computer in stand by o con lo screen saver sullo schermo, ma spegnilo!

MORTI SUL LAVORO 2009

Questo conteggio parziale è utile per tenere alta l'attenzione

e che non diventi normale avere una media di

3-4 vittime al giorno.

Data luogo

Nome Cognome - anni

Causa
9 febbraio Milano operaio morto in un incidente stradale
9 febbraio Roma Rodolfo Ruggeri, 43 anni morto cadendo da un'altezza di cinque metri
7 febbraio Roma
Giovanni Liguori morto in un incidente aereo
7 febbraio Roma
Eliano Falivene morto in un incidente aereo
7 febbraio Roma Alfredo Lanza, 51 anni morto in un incidente aereo
7 febbraio Roma Valerio Simeone, 35 anni morto in un incidente aereo
6 febbraio Cassino (Frosinone) Fabio Moro, 30 anni morto in un incidente stradale
6 febbraio Catania Andrea Fabrizio Vaccaro, 32 anni morto in un incidente stradale
5 febbraio Colletorto (Campobasso) Pasquale Mastrogiacomo, 61 anni morto schiacciato dal trattore
4 febbraio Viareggio (Lucca) Shelqi Bargyamany, 54 anni morto precipitato da un'altezza di 10 metri
3 febbraio Giano dell'umbria (Perugia) Giovanna Bacchettini, 35 anni morta stritolata da una macchina agricola
3 febbraio Cesenatico Mario Migliaccio morto in cantiere
3 febbraio Tasso di Cadelbosco Sopra (Reggio Emilia) operaio, 48 anni morto schiacciato
2 febbraio Concorezzo (Milano) operaio morto risucchiato da un nastro trasportatore
2 febbraio Arezzo Bartolomeo Bracci, 46 anni morto in un incidente stradale
31 gennaio Campobello di Licata (Agrigento) Giuseppe Gatì, 24 anni morta folgorato da una scarica elettrica
30 gennaio Cantalupo nel Sannio
(Isernia)
Cosmo Monaco, 63 anni morto precipitato al suolo da circa due metrid’altezza
31 gennaio Casteli di Lama (Ascoli Piceno) operaio, 52 anni morto mentre andava al lavoro
29 gennaio Reggio Emilia Dumutru Marian, 52 anni morto in un incidente stradale
28 gennaio Gela (Caltanissetta) Salvatore Vittorioso, 34 anni morto a seguito dell'esplosione di un'apparecchiatura sotto pressione,
28 gennaio Caltanissetta Santo Notarrigo, 37 anni morto dopo la caduta di un muro di contenimento
28 gennaio Caltanissetta Felice Baldi, 32 anni morto dopo la caduta di un muro di contenimento
27 gennaio Lettomanoppello (Pescara) Antonello Di Renzo, 39 anni morto colpito alla testa da un tubo
26 gennaio Padova Joussouff Zine, 35 anni morto precipitando dall'altezza di 13 metri
26 gennaio Santa Caterina Albanese (Cosenza) Leopoldo Gramigna, 75 anni morto schiacciato da un trattore
26 gennaio Carbonera (Treviso)

Renzo Vacilotto, 49 anni
morto schiacciato da una massa di materiale per l'edilizia
25 gennaio Altamura (Bari) Gaetano Pestrichella, 38 anni morto investito
23 gennaio Sarezzo (Brescia) Andrea Pellizzari, 29 anni morto colpito da una scheggia
22 gennaio Genova autotrasportatore morto in un incidente stradale
22 gennaio Rivarolo Canavese (Torino) Moreno Zulian, 31 anni morto cadendo
21 gennaio Limbiate (Brescia)

operaio, 23 anni
morto cadendo in una macchina usata per sminuzzare parti metalliche
21 gennaio La Spezia operaio morto travolto da un carrello
20 gennaio Mattine (Bari) Michele Cignolo, 54 anni morto schiacciato da un grosso blocco di marmo
20 gennaio Passirano (Brescia) Sergio Faustini, 48 anni morto in un incidente stradale
17 gennaio Trieste
Mauro Burg, 50 anni

incastrato nell'impianto a sega della cartiera Burgo
16 gennaio Lecce
Antonio Verri, 56 anni
ucciso al lavoro su una pala meccanica
16 gennaio Verona muratore, 35 anni morto in un incidente stradale
15 gennaio Premariacco (Udine) operaio, 54 anni morto in un silos
15 gennaio Cercola (Napoli) Alessandro Fiorentino 28 anni morto in un incidente stradale
14 gennaio Vinci (Firenze)

Rolando Renieri, 70 morto per avere respirato monossido di carbonio
14 gennaio Trapani Rosario Di Gaetano, 44 anni morto folgorato
14 gennaio Caltanisetta Maurizio Castrianni, 30 anni morto precipitando dal tetto di un capannone
13 gennaio Trento
Carlo Proietti, 35 anni e' morto dopo essere stato schiacciato da un carrello elevatore
12 gennaio Augusta
Rosario Cardile, 47 anni muore durante un’operazione scarico di una nave
12 gennaio San maurizio canavese Giorgio Lucchiari, 45 anni morto schiacciato
12 gennaio Trieste Dusan Poldini, 37 anni morto schiacciato da una gru a cui stava lavorando
11 gennaio Messina Giovanni Puglisi rimasto schiacciato sotto un suo escavatore
10 gennaio Eboli Giuseppe Pago Mastrangelo morto caduto da nove metri
10 gennaio Viterbo Raffaele Felli, 62 anni morto cadendo dal capannone della Sapal
10 gennaio Gravina di Puglia
43 anni morto durante i lavori di ristrutturazione in uno stabile
9 gennaio Erice Mimmo Iovino, 40 anni stritolato nell'ingranaggio di un macchinario per l'imballaggio
9 gennaio Messina Leone Gringeri morto dopo essere precipitato dal tetto
9 gennaio Bari
Sionean Constantin Lazar, 44 anni operaio edile muore cadendo da una scala
5 gennaio Chieti Vincenzo Di Fazio, 69 anni muore schiacciato da un mezzo pesante
2 gennaio Marina di Pietrasanta Emanuele Sciortino, 60 anni cade dalla scala appoggiata al pino,muore battendo la testa
2 gennaio Termoli Cosimo Solito, 38 anni muore tornando a casa dopo il lavoro

martedì 10 febbraio 2009

Promo “Hermanos Visitantes”

Video estratto dal documentario "Hermanos Visitantes", filmato promozionale del progetto "Ecoturismo con gli Yanesha", realizzato da Associazione Terra e Popoli ONLUS.
Il documentario “Hermanos Visitantes” è stato girato tra Settembre e Novembre del 2008 presso sei comunità indigene Yanesha dell’Amazzonia Centrale del Perù. Durante tale periodo Associazione Terra e Popoli O.N.L.U.S. ha condotto uno studio di fattibilità per la successiva elaborazione del progetto “Ecoturismo con gli Yanesha”, un piccolo intervento di cooperazione che si pone l’obiettivo di sviluppare attività ecoturistiche sul territorio.
“Hermanos Visitantes” , attraverso le testimonianze dirette di numerosi amici Yanesha, cerca di spiegare come il sistema occidentale abbia costretto questa popolazione a dipendere economicamente dalle risorse forestali ed a perdere parte della propria millenaria cultura. Il video vuole inoltre mostrare che le comunità Yanesha e la foresta Amazzonica mantengono ancora un eccezionale patrimonio turistico che potrebbe essere “sfruttato” proprio per contribuire al miglioramento delle condizioni di vita ed alla valorizzazione, conservazione e recupero del patrimonio naturale e socio-culturale delle comunità.
“Hermanos Visitantes” si propone pertanto come strumento di promozione delle comunità stesse, dell’ecoturismo e del progetto di cooperazione “Ecoturismo con gli Yanesha” e si conclude con una serie di emozionanti messaggi d’invito ai potenziali “fratelli visitanti” che potranno partecipare alle spedizioni di ecoturismo organizzate e realizzate durante la prossima estate da Associazione Terra e Popoli O.N.L.U.S..
Le spedizioni, parte integrante del progetto, sono aperte a quanti vorranno conoscere personalmente la realtà e la cultura millenaria degli Yanesha e le bellezze della foresta amazzonica peruviana.
Il fine delle spedizioni è anche e soprattutto quello di offrire agli Yanesha un’esperienza formativa diretta attraverso l’autogestione dei gruppi di visitatori e di sostenere economicamente il progetto e le comunità beneficiarie.

Visita il sito: www.terraepopoli.org

Attilio Manca

L’urologo trentaquattrenne Attilio Manca non compare nell’elenco delle vittime di mafia. Ma troppi dettagli non quadrano nella ricostruzione della sua morte. Ai molti indizi deliberatamente trascurati dagli inquirenti, alle verifiche negate, si sovvrappone l’ombra di Bernardo Provenzano, che potrebbe essere stato assistito da Attilio nell’iter di quella famosa operazione alla prostata eseguita in Francia. Ma il caso viene archiviato in fretta. Il dottor Attilio Manca, brillante e stimato professionista siciliano ritrovato cadavere a Viterbo il 12 febbraio 2004, sarebbe morto per overdose di farmaci e stupefacenti, per un arresto cardiaco. Si drogava, non è stato ucciso, non è una vittima di mafia: questa è la versione ufficiale, che non sarà facile rimettere in discussione in assenza di nuove testimonianze.

A cinque anni dalla morte del dott. Attilio Manca vi invitiamo a conoscerne la vicenda. I fatti inducono a sospettare di essere di fronte all’ennesima storia di giustizia negata. La madre e il fratello sono convinti che Attilio sia stato ucciso, per ridurlo al silenzio. E si battono per far emergere la verità.

Febbraio 10, 2009 on 6:03 pm

"Pacchetto sicurezza"

da Micromega

I medici che denunciano i pazienti: ovvero della differenza fra l’uomo e la bestia

di Felice Lima (Giudice del Tribunale di Catania)

La differenza fra l’uomo e la bestia si vede da cosa ciascuno “è disposto a fare” nei momenti critici.

Quando c’è cibo per tutti e maschi e femmine si accoppiano serenamente, uomo e bestia possono anche sembrare in qualche modo simili.

Ma quando la femmina sceglie un altro maschio, l’uomo soffre in silenzio rispettoso, mentre la bestia tenta di uccidere l’antagonista.

Così come quando il cibo scarseggia, l’uomo lo divide in parti uguali fra tutti, mentre la bestia ancora una volta uccide il concorrente per tenersi tutto il cibo per sé.

E’ notizia di oggi che il Senato della nostra Repubblica ha approvato una legge che prevede che i medici debbano denunciare gli stranieri clandestini che si rivolgano a loro per essere curati.

La Costituzione repubblicana difende come sacri alcuni diritti.

Fra questi quello alla salute.

L’art. 32 della Costituzione sancisce che «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».

Si badi: come diritto di qualunque individuo – non solo, come per altri diritti, del cittadino – e come interesse della collettività.

L’art. 365 del codice penale dispone che: «Chiunque, avendo nell’esercizio di una professione sanitaria prestato la propria assistenza od opera in casi che possono presentare i caratteri di un delitto pel quale si debba procedere d’ufficio, omette o ritarda di riferirne all’Autorità indicata nell’articolo 361, è punito con la multa fino a 516 euro. Questa disposizione non si applica quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale».

La ragione di questa norma è evidente.

La Costituzione vuole che, se io sto male, mi possa curare e pone la mia salute al di sopra dell’esigenza di perseguire eventuali reati che io possa avere commesso.

Se io, andando dal medico, devo temere di essere denunciato, tenderò a non andare dal medico, pur di non subire le conseguenze della denuncia.

Così facendo, potrà accadere che io patisca gravi conseguenze nel corpo per la mancata cura adeguata della mia malattia e, in alcuni casi, anche che muoia.

Ad oggi un assassino rimasto ferito nel corso del suo delitto può andare da un medico e farsi curare senza timore di essere denunciato. Perché la Costituzione considera la sopravvivenza dell’assassino un valore “prevalente” rispetto alla sua punizione.

Se la legge approvata al Senato sarà confermata anche alla camera, una madre straniera che abbia una bambina con sintomi di una malattia che non conosce, per il solo fatto di essere clandestina (e non assassina, come nell’esempio di prima), non potrà più recarsi da un medico senza essere denunciata anche per un reato (la permanenza senza permesso nel nostro territorio) per il quale stanno fissando una pena fino a quattro anni di carcere.

Se questa legge sarà approvata in via definitiva il nostro Stato avrà sulla coscienza un numero imprecisato di morti, di uomini e donne che avranno sovrastimato la propria possibilità di sopravvivere a una malattia pur di non consegnarsi ai secondini di un carcere.

L’onore e la civiltà di un popolo non stanno nelle chiacchiere e nella propaganda del regime che ha messo su. Ma nei fatti.

E i fatti parlano molto male di noi italiani.

Inoltre, la Costituzione, che ogni portaborse di partito si sente in diritto di trattare come una scarpa vecchia da buttare, è un punto di riferimento molto importante del grado minimo di civiltà che, in altri tempi, quando sembrava che ci convenisse, ci eravamo promessi e oggi, che sembra ci convenga meno (ma è un imbroglio: perché la civiltà, oltre a essere doverosa, conviene sempre), stiamo calpestando senza alcun pudore.

(10 febbraio 2009)

Rime da Micromega


Berlusconi Benito, Fidel, Francisco, Maria

di Carlo Cornaglia

Che sia l’Unto del Signore
Berlusconi un dittatore
sono in molti ormai a pensarlo,
ma li rode un altro tarlo:

“Ha un modello il Cavaliere?”
Il suo vecchio gazzettiere,
ora un ex, Paolo Guzzanti
lo presenta a tutti quanti

come Kim Sung coreano,
ma va Soru più lontano
a Caligola arrivando.
Pur Di Pietro non è blando

quando a giorni alterni svela
che ha copiato da Videla,
da Adolf Hitler, da Bokassa.
Walter la prende più bassa

e lo accosta a Mussolini.
Dittatori, anche assassini,
ce ne sono ancora a iosa,
Pinochet, Franco, Somoza,

Mao, Ceausescu, Peron, Castro,
Pol Pot con quel gran disastro
di Milosevic, Baffone.
A qual di queste persone

il caimano si rifà?
Il Berlusca, in verità,
esser vuole originale,
come sempre senza eguale,

il miglior dei dittatori,
bianchi, rossi, gialli, mori.
Ma poi scavi e scopri che
in realtà un modello c’è.

Può far tutto quel che vuole,
tutti seguon le sue fole,
è osannato dalla gente
in qualunque continente,

ha un esercito per sé,
giammai deve dir perché,
ha l’infallibilità,
ha total impunità,

non governa, ma decreta,
quel che vuol vietare vieta,
è il padron delle coscienze,
molto in alto ha le aderenze,

ha il poter fino alla morte,
ha un’enorme cassaforte
e, se ancora non bastasse,
non ha mai pagato tasse.

Il modello del ducetto
ha per nome Benedetto,
il pontefice romano,
dittatore in Vaticano.

(10 febbraio 2009)

Intervista a MARCO OTTANELLI


contributo del blog Chiarelettere dell' 11 febbraio 2009

di Matteo Fallica

Visti gli avvenimenti degli ultimi giorni, e vista anche la tensione istituzionale e le minacce all’integrità della nostra Democrazia, ci sembrava giusto chiedere un parere ad un cittadino ben informato, un giornalista che potesse rispondere ad alcune nostre domande e ad alcuni nostri dubbi. Ecco l’intervista a Marco Ottanelli, giornalista di Democrazia e Legalità e autore del libro inchiesta sul lodo Alfano “Auto Immuni”.

Per quanto riguarda gli avvenimenti di questi ultimi giorni, è eccessivo parlare di prove tecniche di dittatura? Se non lo è, perché?

Devo necessariamente dilungarmi. Non parlerei di “dittatura” nel senso tecnico del termine. Parlerei di deformazione e travalicamento del nostro ordine costituzionale. Il che può essere altrettanto grave, ma non è la stessa cosa. Impariamo a distinguere per non cadere in confusione. Qualcuno potrebbe dire (e ha detto) che siamo davanti ad un colpo di Stato. Ma un “colpo di Stato” non è necessariamente dittatoriale. Può accadere che un colpo di Stato possa addirittura portare ad una estensione della democrazia. E’ capitato in decine di nazioni ex coloniali, e, a ben vedere, di questo si è trattato in Italia il 25 luglio 1943: un golpe del Re, che portò alla riabilitazione dei partiti politici! Quindi non di dittatura vedo il pericolo, quanto di mutamento sostanziale della nostra Costituzione. Sovvertire i rapporti tra poteri dello Stato e riformare il potere di iniziativa legislativa del Governo non è un atto dittatoriale, ma un serio colpo (questo significa la parola golpe) rispetto a quanto stabilito nella Carta del 1948. E’ un modo di agire più rivoluzionario, che dittatoriale. Oltretutto, la controprova che non siamo davanti ad una dittatura, sta nell’atteggiamento dell’ opposizione: dopo aver gridato alla fine della democrazia, l’UDC ed una parte del PD (compreso un dirigente come Letta) si apprestano a votare sì al disegno di legge di Berlusconi che ricalca il decreto legge “golpista” del giorno 6 febbraio. Tolta la forma, rimane la sostanza: per l’opposizione, in fondo, Berlusconi ha ragione, e riceverà il loro spontaneo e democratico consenso.
Esiste una dittatura ove l’opposizione contribuisce volontariamente alla vittoria sostanziale del dittatore? No. Non si contestano al Governo le scelte, la qualità delle scelte, ma solo il modo un po’ bizzarro con il quale le presenta.
Tutto questo ci sta spingendo, dunque, verso un altro modo di governare, un altro modo di gestire i rapporti con il Parlamento, un altro modo di modificare il concetto di libertà individuale. Lungo questa strada, presto ci troveremo fuori dalla cornice costituzionale precedente. Sarebbe la vera “seconda Repubblica”. Sta a noi scegliere se fermarci oppure cambiare fino a questo punto. Nessuno, per adesso, ci impone una delle alternative.

Berlusconi ha definito la costituzione “filosovietica”. E in questo periodo tutto ciò che non è in linea con il pensiero del Governo viene demonizzato e etichettato come “comunista” e “sovversivo”. E’ davvero tutto così demoniaco? O forse è il contrario?
Dobbiamo essere precisi. La frase esatta di Berlusconi è questa: la Costituzione venne elaborata con “la presenza al tavolo di forze ideologizzate che hanno guardato alla Costituzione russa come un modello”. E’ contemporaneamente una verità incontrovertibile ed una clamorosa imprecisione che sfiora la menzogna. Che i comunisti togliattiani fossero influenti, in Assemblea Costituente (ma quale tavolo!) è innegabile. Che guardassero all’URSS e che Togliatti ed il gruppo dirigente fossero strettamente legati, anche da rapporti di amicizia con Stalin e la sua cricca, è altrettanto vero. Che il loro ruolo ed il loro peso nelle decisioni più importanti sia stato fondamentale, è una realtà di fatto. Ma su cosa e come agirono, non scherziamo nemmeno: dalla approvazione dell’art. 7 (il concordato), al ruolo di forza del Governo, alla limitazione delle garanzie e controlli esterni a partiti e Parlamento (il famoso “primato della politica”, che D’Alema rispolverò negli anni ‘90), il PCI si trovò più spesso alleato con la DC che non con Socialisti ed Azionisti, le vere forze progressiste e laiche dell’Assemblea. Molti articoli e commi che sono comunemente attribuiti ai comunisti, furono invece elaborati e introdotti dalla corrente sociale della DC (penso a La Pira, ad esempio). Il comma 1 dell’art. 1, “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro” lo scrisse Amintore Fanfani!
In realtà, il modello al quale si ispirarono i nostri costituenti, fu la Carta della Quarta Repubblica Francese, che era in discussione nello stesso periodo. Berlusconi non sa cosa dice, quando si lamenta dell’influenza comunista nella Costituzione. Senza il PCI, ora avremmo uno Stato laico serio, i criminali di guerra fascisti in galera e non amnistiati, i comitati partigiani e popolari a co-gestire la cosa pubblica, un controllo esterno su bilanci e regolarità di elezioni delle Camere, una disciplina della responsabilità dei partiti, e tante cose di quelle che il PDL vede come il fumo negli occhi.
Sul perché Berlusconi insista nel definire “comunista” tutto ciò che gli è contrario, ci sono due ordini di spiegazioni razionali (più una miriade di irrazionali). La prima sta nella vecchia tecnica di individuazione del nemico, della sua definizione, semplificazione, riduzione ad un unico termine (una offesa). E con gli italiani, così storicamente divisi fra due chiese (quella del conclave e quella del politbiuro), è stato semplicissimo raggiungere l’obiettivo di demonizzare l’altro. E’ bastato ripetere ossessivamente un epiteto identificativo. La seconda spiegazione sta nel complesso di inferiorità e di colpa che gli ex comunisti provano davvero. Nulla ha più effetto del rimarcare un difetto devastante per chi ne è afflitto e ne prova vergogna. Gridare “cicciona” ad una ragazza sovrappeso la può portare alla disperazione. Ogni volta che Berlusconi grida “comunista!” ad un piddino, quello corre a giustificarsi, a negarsi, a spiegarsi, ad abiurare. Veltroni è stato iscritto al PCI da quando era adolescente (eletto consigliere comunale nel 1976!), e recentemente ha dichiarato orgogliosamente di non essere mai stato comunista! (Per chi e per cosa, allora, ha fatto campagna elettorale per 40 anni?). E dopo l’abiura, cercano sempre una intesa, un dialogo, un tavolo delle trattative, un governo di larghe intese. Sono un bersaglio troppo facile per non approfittarne. Ovviamente, niente è così demoniaco: si tratta semplicemente di differenti opinioni e scelte. Ma vogliamo mettere il divertimento?

Quanto secondo te i rapporti governo-vaticano influenzano le decisioni e le affermazioni della politica, e soprattutto del premier, in merito al caso di Eluana?

Direi al 100%. Né il Vaticano né il Governo ne hanno fatto mistero: su Eluana Englaro e sul testamento biologico le decisioni, le strategie, le norme sono state prese e scritte oltre Tevere. Ciò è terribile e degradante, ma non è affatto una novità. Le scelte più importanti della vita politica italiana sono sempre state prese dopo contatti con la Curia o con il Pontefice in prima persona. Pio XII volle decidere delle alleanze per le comunali di Roma e, dopo un duro scontro, De Gasperi ebbe la forza di dire di no. Bei tempi, perché da allora in poi, abbiamo collezionato solo tanti servilissimi sì. Tutti i Presidenti del Consiglio hanno avuto il beneplacito del Papa, prima della loro nomina. Per le elezioni dei Presidenti della Repubblica, la DC attendeva sempre le istruzioni del Santo Padre. Durante i tormentati scrutini per l’elezione di Saragat, nel 1964, alcuni democristiani dissidenti manifestarono la loro rabbia verso gli accordi presi tra le maggiori correnti del partito e il Vaticano votando sarcasticamente per il senatore Ludovico Montini, fratello di Paolo VI. Prodi è stato individuato come leader dell’Ulivo da una convergenza di potentati cattolici facenti capo al cardinale Martini e coordinati da Andreatta, con il diretto interessamento del banchiere Bazoli. Nessuna legge che possa anche lontanamente interessare gli interessi vaticani viene approvata se non riceve il via libera della Chiesa. Piero Fassino (febbraio 2006) ebbe a dichiarare a Giuliano Ferrara la seguente agghiacciante verità: “nella passata legislatura, abbiamo approvato 4 leggi: pedofilia, legge sulla violenza sessuale, adozioni, adozioni internazionali; leggi approvate all’unanimità e sa che le dico? su queste leggi abbiamo discusso anche con oltreTevere, con Ruini o chi per lui.” Così, come se fosse legale, e logico e giusto che uno Stato sovrano chieda consiglio a vescovi e cardinali su come legiferare su stupro, adozioni e violenze sui bambini. Come se fosse costituzionale che una legge si formi fuori dal Parlamento, un ddl fuori da Palazzo Chigi. E’ noto, quasi inutile dirlo, come la Città del Vaticano abbia imposto norme a suo favore (fondi per le scuole confessionali, esenzione da ICI ed altre tasse, salvacondotti giuridici per i suoi esponenti) e abbia altresì messo un invalicabile veto su riforme e provvedimenti nel campo dell’etica, della scienza e dei diritti (veto su “divorzio breve”, sulle staminali, sulla fecondazione eterologa, sulle coppie di fatto, sui diritti degli omosessuali, sulla parificazione dei figli nati fuori dal matrimonio, sui contraccettivi, e persino sulla terapia del dolore e sulla analgesia epidurale durante il parto). Inutile negarlo: con la servile e prona accondiscendenza di tutti i partiti di centrodestra e centrosinistra, su certi temi, comandano loro, i preti. Su tutti gli altri, contano comunque qualcosa.

Con il pacchetto sicurezza appena varato i medici potranno denunciare i clandestini. Come potremmo definire una norma che ricorda così tanto gli inizi delle discriminazioni contro gli ebrei nella seconda guerra mondiale?

La potremmo definire vigliacca, perché non obbliga alla denuncia, ma elimina l’obbligo di non farlo. Raffinato e sottile. Magnifico e cinico manifesto del panleghismo postdemocristiano. Le leggi sulla discriminazione razziale in Italia cominciano ben prima della guerra. Del 1938, già in vista del conflitto, sono quelle atroci contro i cittadini di religione (di “razza”) ebraica. Del 1935-36 quelle meno famose ma altrettanto infami verso i neri, gli arabi, i popoli coloniali in genere. Ma è dai primi del ‘900 che in Eritrea vigono norme che discriminano i locali e che impediscono, ad esempio, un regolare matrimonio tra bianchi e indigeni. Insomma, il terreno di coltura era ben stabilizzato. L’aspetto più devastante di questa norma vigliacca sta nel suo confermare, ribadire, piantarci a martellate nelle nostre comuni convinzioni che il problema “sicurezza” (o insicurezza) coincida, sia l’equivalente, di “immigrazione”. La prima è un fattore relativo ai crimini e alle violazioni del convivere civile, la seconda è un fenomeno umano di tutt’altra portata. Solo una profonda e diffusa ignoranza può identificare l’una cosa con l’altra.
Sarebbe però ingenuo ignorare due cose: il grande consenso dei quali simili provvedimenti godono tra moltissimi cittadini, e l’effettiva e spesso violenta presenza di clandestini socialmente pericolosi nelle strutture mediche pubbliche. Basta recarsi in un qualunque pronto soccorso notturno per verificare di persona l’alto numero di loschi personaggi che spesso si presentano dopo risse e regolamenti di conti. Come al solito, invece di tentare di risolvere il problema alle origini (legalità diffusa), il governo fa leva sulla rabbia popolare e l’esasperazione di qualche operatore medico che ne ha viste fin troppe.

Berlusconi ha nelle sue mani un potere enorme: tutte le televisioni. Credi possa essere decisivo nel manipolare il pensiero della maggior parte degli Italiani?
Berlusconi ha nelle sue mani un potere enorme: un consenso spontaneo degli italiani che ha resistito a 15 anni di politica attiva, a ben cinque elezioni, e alla alternanza di governi vari. Berlusconi gode della eredità che le forze che con lui hanno lavorato, fatto affari, fatto politica dagli anni ‘70 in poi hanno deciso di lasciargli. Berlusconi gode del potere che gli deriva dall’essere l’espressione forse più riuscita della parte preponderante dell’italianità.
Poi, dopo, ha anche le televisioni. E non è cosa da poco, dato che le difende con le unghie e con i denti. Perché le TV non sono uno strumento (o almeno, non sono l’unico e definitivo strumento) per manipolare il consenso o addirittura il pensiero degli italiani. Ne sono più la tragica cassa di risonanza di miserrime speranze, grottesche aspirazioni, piccole crudeltà, sogni mostruosamente proibiti.

Infine, sembrano esserci davvero poche speranze per la nostra democrazia. Cosa possiamo fare?

Le speranze per la nostra democrazia sono direttamente proporzionali alla ampiezza del nostro senso civico. Se esso non si sviluppa, c’è ben poco da fare contro populismi, semplicismi, e fanatismi. Abbiamo bisogno di grandi riforme sociali e di forte progresso civile. Non possiamo pensare che la soluzione di tutto sia arrestare i corrotti e punire i cattivi. Dobbiamo puntare ad un rispetto condiviso delle regole, soprattutto, ma non solo, nella gestione della cosa pubblica, e al rafforzamento dei diritti civili per tutti. Guardiamo l’Italia degli ultimi anni: anatemi, grida continue di golpe golpe, delegittimazione totale di ogni organo democratico di garanzia (gli ultimi attacchi della piazza sono stati, significativamente, contro CSM e ANM in blocco, sotto l’incredibile slogan “è peggio del fascismo”). Chi è contro la guerra è amico di Bin Laden, chi fa rispettare una norma è amico dei golpisti. Si è perso il senso della misura, se mai lo si è avuto. Si continua ad insistere per una arida legalità, fatta di pene atroci ed eterne, e se un condannato al 41 bis viene riconosciuto meritevole di vedere il suo regime allentato, ci si straccia le vesti dei martiri e se ne chiede la lapidazione. Alla civiltà giuridica (da toscano, mi vanto della abolizione della tortura leopoldina del 1786) si preferisce l’accanimento della vendetta.
D’altro lato, le unioni civili (un atto d’amore) sono presentate come la fine della famiglia, la libertà religiosa e di pensiero come arbitrio sovversivo, l’ecologia come una jattura, il progresso come caos.
Ecco, il progresso, il progredire. Se la democrazia non cresce, espandendosi, oltre che verticalmente (dal Capo di Stato al cittadino), anche orizzontalmente nei confronti di tutti, in modo che, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, ogni cittadino abbia pari dignità sociale, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, se non contribuiamo a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana, ebbene, se la nostra democrazia non si espande, essa degenera e muore.

sabato 7 febbraio 2009

IL PREMIER SU ELUANA ENGLARO

(ANSA)- CAGLIARI, 7 FEB -'Pensavo si potesse superare da parte del Colle una posizione legata a fatti giuridici, anche non condivisibili'.Cosi' Berlusconi su Eluana. 'E cio' anche in considerazione del fatto -prosegue il premier- che il decreto del governo e' stato fatto per salvare una vita'.La lettera del Quirinale in Cdm 'era piena di contenuti con riferimenti a tratti e leggi,trascurava la verita' su questo caso che e' quella di una vita umana a rischio e conteneva anche una implicazione grave di una eutanasia'.

Direi un bell' esempio del rispetto che si dovrebbe al Capo dello Stato...
Questo vuole fare quello che gli pare, non ha rispetto per niente e per nessuno.
Basti pensare a quello che ha detto nel suo discorsetto di ieri: Eluana potrebbe avere figli..
Di fronte a questa vergognosa affermazione, mi sento di invitare il nostro presidente a farsi avanti, visto che sicuramente una donna che giace in un letto da 16 anni in stato vegetativo, comunque respira...e si sa che per uno come lui...basta e avanza!!
Meditiamo e discutiamo.

venerdì 6 febbraio 2009

Primo post, mi presento

Ciao a tutti, questo è il mio primo post....
Il mio nome è Cristiano Morales e come molti in questo paese "sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più".
Sono qui per dire la mia su tutti gli argomenti che mi verranno in mente e aspetto da chi mi leggerà risposte e proposte.
Per il momento vi invito a rispondere al sondaggio lanciato per aprire le danze.
Un saluto a tutti i Reistenti di buona volontà, pacifisti, nonviolenti.
E che Facci, si facci i fatti suoi...hahaha